
Per questi ragazzi, il direttore del carcere, Pietro Buffa, ha disposto il trasferimento per favorirne l'isolamento e scoraggiare l'ondata di solidarietà che questi arresti avevano suscitato nel torinese e in tutta Italia nonostante la neve e le temperature polari.
Nonostante un martellamento mediatico in cui il movimento NOTAV è stato condannato e calunniato, anche per bocca di esponenti dei partiti politici che sostengono la colossale opera ferroviaria, sentiamo l'esigenza di prendere le distanze da una logica acritica che vuole imporre la distinzione tra “buoni e cattivi” e che riassume i ventitrè anni di lotta di una intera valle in qualche ora di scontri, come se nessun evento, come ad esempio la militarizzazione della valle e i mezzi cingolati nelle strette vie di montagna, avessero alzato la tensione nella popolazione valsusina e negli italiani che solidarizzano coi NOTAV.

Siamo sgomenti di fronte alla decisione presa da uno Stato liberale, democratico, un “faro della democrazia” sempre pronto a difenderla e ad esportarla con le armi in Afghanistan come nelle valli piemontesi, ma che dimentica che per esercitarla serve ascoltare e rispettare la volontà delle popolazioni su cui governa.
Siamo sgomenti di fronte alla decisione dei vari governi di ridurre ad un problema di ordine pubblico una lotta che da ventitrè anni coinvolge, mobilita migliaia di cittadini ma che riguarda milioni di persone quanti
sono i cittadini italiani.

Uno “sviluppo” fatto di retorica e colate di cemento, senza criterio nè programmazione, che per gli interessi di pochi toglie ai più. Viene di fatto cancellata la possibilità di un modello di sviluppo che rifiuti le grandi opere e che piuttosto migliori il precario equilibrio idrogeologico del territorio italiano e incentivi la preservazione del patrimonio culturale e artistico nazionale: tutto ciò si tradurrebbe in nuovi posti di lavoro e un indotto favorito dal turismo che potrebbero compensare di gran lunga questa costruzione inutile e invasiva.
Dire NO al TAV significa dire NO ad un intero sistema di sfruttamento e di interessi politico-economici che cancellano, di fatto, la democrazia. Con la galera quei ragazzi di cui sopra espiano anche la cecità,
l'indifferenza e il perbenismo della nostra società oltre che la coerenza che ha sempre dimostrato il movimento di cui fanno parte.

LA VALLE NON SI ARRESTA
E I NOTAV NON SONO SOLI... OVUNQUE
Ragazzi e ragazze del
Collettivo Luna Storta