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domenica 2 dicembre 2012

TAV: in questo mondo di ladri. Solidarietà agli e alle Notav arrestati/e



alcuni dei grandi sponsor
del TAV: Cota, Bersani, Monti

Capita di sentire, in Valsusa come nel resto d'Italia, ovunque siano previste grandi opere, le parole come "progresso", "sviluppo", "crescita", "democrazia" e "futuro" spesso ripetute da chi governa, governo “tecnico” incluso.

Viene spontaneo, vedendo quel che ci circonda, chiedersi se queste persone intendano per "progresso" forse quello fatto dalla criminalità organizzata (e dalle aziende da essa controllate a caccia di appalti pubblici) nel nord Italia con i vari consigli comunali indagati o sciolti per infiltrazione mafiosa;

che forse per "sviluppo" intendano quello avuto dalla truffa del project financing che permette ad aziende private, che partecipano ai guadagni provenienti dalla gestione delle grandi opere, di scaricare i propri debiti sul debito pubblico nazionale;
che per "crescita" intendano quella della bolla speculativa nazionale ed internazionale di privati (politici e non), società e banche intorno alle cifre astronomiche dei finanziamenti pubblici alle grandi opere che sono inutili, dannose e che non ci possiamo nemmeno permettere.
E’ lecito chiedersi se la lezione di democrazia di questi professori passi per l’utilizzo di armi chimiche illegali, caccia alla popolazione civile residente, fermi e controlli arbitrari perché è questo quello che le persone subiscono quotidianamente vivendo in quella Valle. Forze dell’ordine schierate democraticamente a tutela di decisioni già prese senza alcun coinvolgimento né considerazione dei cittadini, senza alcuna considerazione degli effetti nefasti dei progetti che, dati e cifre alla mano, favoriscono solo gli interessi di chi deve costruire queste opere.

Seguendo questo ragionamento non è difficile intuire come il futuro che questi tecnici vedono per noi sia di sacrifici quando si parla di garantire i diritti ( vedasi i tagli alle pensioni, alla scuola, all’università, agli enti locali), e grigio come il cemento armato quando si parla di “crescita” ed “opportunità”.


Abbiamo, come cittadini, nessuno escluso, anche la responsabilità delle scelte su cui decidiamo di non prendere posizione e la necessità di riprendere a parlare delle cose da cui davvero dipendono la salute e la felicità delle nostre vite: una civiltà non può esistere senza la tutela delle proprie risorse, e questo richiede una presa di coscienza da parte di ciascuno di noi da subito. Non possiamo aspettare che sia troppo tardi.

Difendere i territori, la pubblicità dell’acqua, i diritti, l’equità e la giustizia sociale per tutti e per tutte deve essere fatto con grande senso di responsabilità e pacifica determinazione. Quello che da venti anni troviamo in Valle di Susa, e che l’assenza di reale volontà di dialogo da parte dello stato italiano vuole far passare come criminale, è la coerenza e l’incorruttibilità con cui amministratori locali e reti di privati cittadini portano avanti la propria lotta nell’interesse di tutti, diventando Esempi di condotta per ciascuno e ciascuna di noi. Esprimiamo perciò ferma e piena solidarietà a ciascuno e ciascuna dei Notav arrestati in questi giorni.

Perché le nostre vite finiscono quando tacciamo di fronte alle cose veramente importanti.
Perché tutte le lotte sono la stessa lotta.


Ragazzi e ragazze del
Collettivo Luna Storta

mercoledì 7 novembre 2012

Sciopero generale europeo - corteo studentesco: organizza la tua rabbia!

Le misure di austerità imposte da organi non eletti e non controllati da nessuno (FMI, BCE) richiedono una presa di coscienza collettiva ed unitaria di tutti i cittadini italiani ed europei. L'aspetto internazionale della crisi dei mercati finanziari che ha travolto le economie di tutto il mondo richiede una risposta internazionale che la divisione in stati nazionali non e' in grado di rappresentare. La scelta di aderire come studenti e lavoratori al primo tentativo di costruzione europea dell'opposizione al sistema neoliberista e' frutto di questa consapevolezza. I finanziamenti al reparto militare (280 miliardi in dieci anni), per il salvataggio delle banche (4500 miliardi di euro), per le grandi opere (35 miliardi per il TAV) dimostrano che i soldi ci sono ed il modo in cui vengono spesi e' una precisa e cieca scelta politica di un sistema e di uomini di potere agli sgoccioli. C'e' un modo diverso e vero di fare politica che e' fatto di valori e coscienza ed e' ora di farsi sentire. Invertiamo la rotta e facciamo pagare la crisi a chi l'ha creata! Per un'Europa unita di Solidarieta' e Diritti finanziamo la Cultura, il Lavoro, i Trasporti!

Partecipa, diffondi, costruisci. Organizza la tua rabbia!

Il 14 novembre, tutti in piazza!

- Mantova - ore 08:00 viale risorgimento (studenti) ore 09:00 Porta Pradella (lavoratori)

giovedì 16 febbraio 2012

LA VALLE NON SI ARRESTA: solidali con i NOTAV

Il 12 febbraio si sono svolti nelle città di Ivrea, Saluzzo, Cuneo, Alba, Alessandria i presìdi di solidarietà rispettivamente per Luca, Giorgio, Tobia, Jacopo e Mambo; alcuni degli attivisti NOTAV per cui è stato disposto l'arresto in seguito agli scontri svoltisi il 3 luglio 2011 in occasione della manifestazione nazionale. 
Per questi ragazzi, il direttore del carcere, Pietro Buffa, ha disposto il trasferimento per favorirne l'isolamento e scoraggiare l'ondata di solidarietà che questi arresti avevano suscitato nel torinese e in tutta Italia nonostante la neve e le temperature polari.
Nonostante un martellamento mediatico in cui il movimento NOTAV è stato condannato e calunniato, anche per bocca di esponenti dei partiti politici che sostengono la colossale opera ferroviaria, sentiamo l'esigenza di prendere le distanze da una logica acritica che vuole imporre la distinzione tra “buoni e cattivi” e che riassume i ventitrè anni di lotta di una intera valle in qualche ora di scontri, come se nessun evento, come ad esempio la militarizzazione della valle e i mezzi cingolati nelle strette vie di montagna, avessero alzato la tensione nella popolazione valsusina e negli italiani che solidarizzano coi NOTAV. 

Possiamo anche credere alla verità ufficiale e fingere che non ci sia mai stato lo sgombero della Libera Repubblica della Maddalena il 27 giugno 2011 o il dispiegamento di tremila agenti con annessi lacrimogeni da guerra e mezzi blindati per incutere paura nei cittadini della Val di Susa e fermare la popolazione che si oppone alla costruzione del tratto ferroviario.


Siamo sgomenti di fronte alla decisione presa da uno Stato liberale, democratico, un “faro della democrazia” sempre pronto a difenderla e ad esportarla con le armi in Afghanistan come nelle valli piemontesi, ma che dimentica che per esercitarla serve ascoltare e rispettare la volontà delle popolazioni su cui governa.

Siamo sgomenti di fronte alla decisione dei vari governi di ridurre ad un problema di ordine pubblico una lotta che da ventitrè anni coinvolge, mobilita migliaia di cittadini ma che riguarda milioni di persone quanti
sono i cittadini italiani.

Problema di “ordine pubblico” diventa dunque il diritto alla salute, il rispetto dell'ambiente, in modo diretto, e implicitamente il diritto all'istruzione gratuita e di qualità, ad una sanità pubblica accessibile, alla pensione, al salario minimo e all'edilizia popolare visto lo sperpero di risorse che provoca il TAV.

Uno “sviluppo” fatto di retorica e colate di cemento, senza criterio nè programmazione, che per gli interessi di pochi toglie ai più. Viene di fatto cancellata la possibilità di un modello di sviluppo che rifiuti le grandi opere e che piuttosto migliori il precario equilibrio idrogeologico del territorio italiano e incentivi la preservazione del patrimonio culturale e artistico nazionale: tutto ciò si tradurrebbe in nuovi posti di lavoro e un indotto favorito dal turismo che potrebbero compensare di gran lunga questa costruzione inutile e invasiva.

Dire NO al TAV significa dire NO ad un intero sistema di sfruttamento e di interessi politico-economici che cancellano, di fatto, la democrazia. Con la galera quei ragazzi di cui sopra espiano anche la cecità, 
l'indifferenza e il perbenismo della nostra società oltre che la coerenza che ha sempre dimostrato il movimento di cui fanno parte. 
 Se battersi per un modello di sviluppo equo e giusto, che rispetti l'ambiente, la salute e i diritti di tutti è un crimine, ci dichiariamo colpevoli: solidali e complici con Luca, Giorgio, Tobia, Jacopo e Mambo e tutti/e gli/le altri/e


LA VALLE NON SI ARRESTA

E I NOTAV NON SONO SOLI... OVUNQUE

Ragazzi e ragazze del
Collettivo Luna Storta