Mobilità, che diventando (semi)privata permette ai dirigenti di TPER di spremere i lavoratori e prendere in giro i cittadini, ma che costa quasi il doppio (9 cent) al km di Trenitalia (5 cent) per non parlare delle carrozze senza bagni, risalenti agli anni '70. I problemi non vengono mai soli e la cecità delle amministrazioni si rivela ancora una volta all'avanguardia con la notizia del comune di Mantova che, dopo aver presieduto alla scissione tra la gestione autobus e quella dei parcheggi, senza uno straccio di proposività per migliorare la condizione dei pendolari, ha pensato bene di aumentare anche il numero dei parcheggi a pagamento per provare a spremere il più possibile questa satura situazione di mobilità privata, senza peraltro creare alcuna soluzione coscenziosa o di lungo periodo.
Non è una novità che il comportamento delle amministrazioni socie di Apam e del suo cda sia da bocciare, non stupisce più che a queste società miste pubblico(nel nome)- private(nei fatti) prema di più il fare cassa che la garanzia di un servizio-diritto, ma certo arrivati a questo punto non possiamo più pensare che sia tollerabile rimanere con le mani in mano perchè tagliare il diritto alla mobilità significa tagliare il diritto all'istruzione e al lavoro, perchè i tagli fanno in modo che, a lungo andare, i trasporti li usi solo chi se se li può permettere, diventando un privilegio .
È già iniziata una raccolta firme nelle scuole, e l'Oltrepò con i disagi legati al ponte non può stare a guardare: perciò con questa nota aderiamo al presidio indetto da Network Studentesco per sabato 16 marzo, ore 16.30, in p.zza Mantegna a Mantova. A breve maggiori informazioni.
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