giovedì 7 marzo 2013

San Benedetto Po, provincia di Ferrara: storia di un (dis)servizio pubblico pt.2

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Senza un nostro reale e concreto impegno quotidiano, all'orizzonte non si profila nessuna mente illuminata in grado di attuare quell' "inversione di tendenza" anche culturale, richiesta da questo periodo storico oltre che dal buon senso: la benzina si compra a peso d'oro, una linea ferroviaria nazionale per un quinto non ancora elettrificata, negli ultimi quattro anni gli abbonamenti annuali hanno subìto aumenti anche di trecento euro e di questa cifra si potrebbe disporre per potenziare linee per il beneficio di tutti. Insomma, nessun gesto ancora per provare a placare quel polverone sollevato dagli studenti tra settembre e oggi passando anche per il 14 novembre europeo contro la catastrofica austerity, che come primo effetto cancella i nostri diritti tra cui quello alla mobilità.

Mobilità, che diventando (semi)privata permette ai dirigenti di TPER di spremere i lavoratori e prendere in giro i cittadini, ma che costa quasi il doppio (9 cent) al km di Trenitalia (5 cent) per non parlare delle carrozze senza bagni, risalenti agli anni '70. I problemi non vengono mai soli e la cecità delle amministrazioni si rivela ancora una volta all'avanguardia con la notizia del comune di Mantova che, dopo aver presieduto alla scissione tra la gestione autobus e quella dei parcheggi, senza uno straccio di proposività per migliorare la condizione dei pendolari, ha pensato bene di aumentare anche il numero dei parcheggi a pagamento per provare a spremere il più possibile questa satura situazione di mobilità privata, senza peraltro creare alcuna soluzione coscenziosa o di lungo periodo.

Non è una novità che il comportamento delle amministrazioni socie di Apam e del suo cda sia da bocciare, non stupisce più che a queste società miste pubblico(nel nome)- private(nei fatti) prema di più il fare cassa che la garanzia di un servizio-diritto, ma certo arrivati a questo punto non possiamo più pensare che sia tollerabile rimanere con le mani in mano perchè tagliare il diritto alla mobilità significa tagliare il diritto all'istruzione e al lavoro, perchè i tagli fanno in modo che, a lungo andare, i trasporti li usi solo chi se se li può permettere, diventando un privilegio .

 È già iniziata una raccolta firme nelle scuole, e l'Oltrepò con i disagi legati al ponte non può stare a guardare: perciò con questa nota aderiamo al presidio indetto da Network Studentesco per sabato 16 marzo, ore 16.30, in p.zza Mantegna a Mantova. A breve maggiori informazioni.

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